Konfessionelle Netzwerke der Deutschen in Russland 1922–1941

Quellen-Datenbank

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Dokument Nr. 94

7. Leben bis zum Tod: Frison und andere deutsche Geistliche in den Mühlen des Terrors

Segreteria di Stato, Sezione per i Rapporti con gli Stati, Archivio Storico (S.RR.SS.),
Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari (AA.EE.SS.),
Pro Russia (1932-1935),
Pos. Scat. 11,
Fasc. 77,
Fol. 110r-111r

Datum: 14. November 1935
Verfasser: aus dem Umfeld der italienischen Botschaft
Empfänger: Kommission Pro Russia
Inhalt: Nach Mitteilung der italienischen Botschaft gibt es in Odessa, in Tiflis und Kiew keine katholischen Priester mehr. Frison, der 1933 wegen seiner Italienisch-Kenntnisse die Erlaubnis erhalten hatte, die italienische Gemeinde in Kerč geistlich zu unterstützen, wurde nun von den sowjetischen Behörden untersagt, sich von Simferopol’ wegzubewegen.

A P P U N T O
 
Dall’Appunto della R. Ambasciata d’Italia in data 30 Ottobre 1935-XIV risulta che oggi ad Odessa i cattolici sono – purtroppo – privi di qualsiasi assistenza religiosa, per l’assoluta mancanza di sacerdoti.
Poiché, in casi e circostanze simili, la vigile attenzione dei Rappresentanti diplomatici e consolari d’Italia è giù felicemente riuscita ad ottenere le continuazione delle pratiche del culto; è lecito sperare che anche questa volta un eventuale interessamento del R. Console Generale di Odessa sarebbe efficace.
Anche la Colonia italiana di Kersc da qualche tempo è priva di assistenza religiosa, perché Mgr. Frison, che, mercé il vivo interessamento del R. Ambasciatore d’Italia in [a] Mosca e del R. Console Generale di Odessa, dal gennaio 1933 aveva ottenuto il permesso – per la sua conoscenza della lingua italiana – di assistere anche gli Italiani di Kersc, ora è impedito dalle autorità sovietiche di muoversi da Sinferopoli.
Per di più gli italiani di Kersc sono stati falsamente accusati del furto sacrilego commesso nella Chiesa di Kersc probabilmente dagli stessi comunisti (altre volte si sono avuti casi analoghi) e perciò sono stati sottoposti a forte ammenda: non potendola essi pagare, per la loro povertà, è prevedibile che si arriverà definitivamente alla chiusura della chiesa, unica nel luogo.
Infine da altre località – Tiflis, Kiew etc. – viene oggi segnalata la mancanza assoluta di sacerdoti.
È certo che finora l’azione prudente ed abile dei RR. Ambasciatori e Consoli d’Italia nell’U.R.S.S. ha assai giovato alla religione cattolica e la loro presenza alle funzioni religiose nella Chiesa Cattolica ha destato sempre nel popolo russo sentimenti di simpatia ed ammirazione verso l’Italia. Sicché si può nutrire fiducia che anche nei dolorosissimi casi odierni un provvido intervento presso le autorità sovietiche non soltanto in difesa della libertà di coscienze dei cattolici italiani residenti in Russia, ma altresì a tutela della libertà degli stessi Rappresentanti italiani perché sia loro possibile, quando vogliano, assistere alle funzioni religiose del culto cattolico, potrà raggiungere l’effetto desiderato.
 
14 Novembre 1935.

Empfohlene Zitierweise:
Dokument Nr. 94, in: Konfessionelle Netzwerke der Deutschen in Russland 1922-1941. Quellen-Datenbank. Hrsg. von Katrin Boeckh und Emília Hrabovec. URL: http://www.konnetz.ios-regensburg.de/dokumenteview.php?ID=94, abgerufen am: 25.04.2024.
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